Sto testando la web app di Adobe che permette di creare immagini grazie all'intelligenza artificiale che sta addestrando: Adobe Firefly 3.0.
Rispetto ad alcuni mesi fa i miglioramenti sono sensibili, ma c'è ancora parecchia strada da fare.
E così ho deciso di utilizzare questo strumento per realizzare una locandina di un evento che ogni anno vede un gruppo nutrito di amici musicisti radunarsi da Ale che, con la gentile concessione di Marzia, mette a disposizione il suo castello.
Già in passato c'era la tendenza di molti clienti a pensare che il lavoro di progettazione (in qualunque campo, dalla grafica fino al calcolo complesso) fosse tutto sommato semplice e veloce, poiché usando il computer "fa tutto lui". E questa affermazione era una delle più antipatiche ci si potesse sentir dire...
Oggi esiste l'Intelligenza Artificiale e apriti cielo! Ora sì che fa tutto LEI!!
Beh, dispiace deludere il 90% della gente, ma (per fortuna) non è così. La IA è uno strumento, peraltro molto immaturo fin'ora, e come molti strumenti bisogna saperla utilizzare al meglio per ottenere risultati di un certo tipo. Soprattutto se la si usa a livello professionale.
Certamente in un futuro non tanto lontano acquisterà sempre maggiore importanza e diventerà LO strumento per eccellenza in molti settori, compreso quello artistico, ma non possiamo immaginarlo come il sostituto dell'essere umano (a maggior ragione proprio nei settori dove la creatività e l'immaginazione sono elementi fondamentali del processo).
Provo a spiegarmi meglio: con Firefly è possibile creare una immagine a partire da un semplice prompt. Ecco, io dico cosa voglio vedere e la IA me lo mostra. Ma il 100% delle volte il risultato non è quello che io avevo in mente. Quindi inizia un dialogo e una conversazione digitale (al momento solo testuale e aiutata da una serie di filtri, ma in futuro sarà un vero e proprio dialogo). Non solo, più io ho in mente qualcosa di specifico e più la cosa si fa difficile.
Mettiamola così: produrre una immagine è come chiedere a una persona di disegnare per te, spiegando quello che tu hai in testa, solo che questa persona, pur essendo brava a disegnare, è un bambino di 10 anni!
L'esempio concreto è questa locandina: avevo immaginato una chitarra elettrica decorata con incisioni e piume colorate che emerge dall'acqua, su uno sfondo notturno dove si staglia la galassia con stelle e pianeti e bagliori di fulmini (ma quanto sono maraglio!).
Poi tante alternative, chitarre singole, alate e non, suonate da cyborg o robot e chi più ne ha più ne metta. Ma il risultato non era mai quello che volevo.
Il problema maggiore? Firefly NON SA DISEGNARE UNA CHITARRA!!
O meglio, ci prova e il concetto è reso bene, ma sono chitarre con manici curvi (avete mai suonato una chitarra con il manico anche solo leggermente imbarcato?), con 6 corde ma 9 chiavi di accordatura, con 6 corde che partono dal ponte e 8 che arrivano alla paletta, con manici troppo lunghi o troppo corti, con corpi tridimensionali, sì, ma solo in alcuni punti.
Insomma... UN DISASTRO, se si vuole davvero rappresentare una chitarra che piaccia a un musicista.
E così bisogna lavorare molto, insegnare alla IA come è fatta una chitarra, farle vedere dei modelli e infine decidere tutto il resto, lo stile, l'ambiente, la luce, l'inquadratura.
Solo dopo aver mostrato a Firefly come è fatta una Gibson Les Paul finalmente la chitarra è riconoscibile, il giusto rapporto tra manico e corpo, il giusto numero di corde (tutte belle dritte per altro!) e di capotasti. Cazzo è lei!
Ma ancora ci sono problemi, e qui si va di Photoshop.
Le chiavi di accordatura vanno spostate, la paletta sistemata, gli schizzi d'acqua aggiunti e sistemati con riempimenti generativi (altro tempo per capire quali siano i più adatti), corretta tutta una serie di imperfezioni.
E finalmente, dopo circa 10 ore di lavoro, il risultato è buono. Buono, non eccellente: le immagini non hanno dimensioni enormi e utilizzarle in stampa è difficile, quindi vanno nuovamente lavorate e migliorate. La risoluzione sorgente è adatta al video, però, ed è già qualcosa.
Certo, se si fosse chiesto a un ottimo illustratore di disegnarla davvero, ci sarebbe voluto più tempo, sempre con il dubbio che il risultato ci fosse davvero piaciuto: ecco il valore di una IA. Ma il valore artistico dell'uomo non è in discussione.
Dai, IA, ci stiamo arrivando e non vedo l'ora di utilizzarti passati altri 2 o 3 mesi, per verificare i tuoi miglioramenti.
Ah, Cesare: sempre il solito burlone!
(bstrd!) AH AH AH AH AH AH AH